LA FIERA DEL CINGHIALE di Filippo Timi

Non mi fido del sorriso degli angeli.E ho paura del ghigno dei demoni.
Ma che noia il grigio degli uomini.
Camminavo una domenica mattina,c'era il sole,le famigliole sui marciapiedi,coi passeggini,le campane della chiesa suonavano.

Una tristezza infinita,una tristezza bambina cominciò ad inpastarmi la bocca di amaro,e i polmoni cominciarono a sudare.
Sudare?
Si, mi sudavano i polmoni,e contemporaneamente si rinsecchivano.
Li vedevo,due spugne secche che marcivano all'interno.

Il fiato cominciò a mancarmi.
Devo scappare,pensai,scappare via da questa domenica infernale.
Ma dove?
La domenica era ovunque.


Anche i barboni seduti vicino alle banche sembravano più felici.
Le gambe impietrite davanti a tutta questa domenica.

AIUTO

Ed ecco che davanti a me appare un cane senza una gamba,con la faccia strappata,camminava lungo i muri,,zoppicando a fatica,si ferma,mi guarda......e io mi riconosco.
Eccolo, lo specchio del mondo che viene a salvarmi.
Non sono solo.
Non sono pazzo.
Il mondo resta ammaccato anche la domenica.
Non basta che arrivi il sole per rendere tutti piu belli.

Il mondo ha fatto un frontale con la miseria dell'uomo,un incidente senza portata,morti e feriti ovunque,e siamo tutti incastrati dentro questa macchina col cofano sfondato,vetri rotti,e lamiere a infilzare il cuore.Ma è cosi grande il fragile pulmino che ci portava a scuola,che a volte basta un pò di sole a riscaldare di vita i rottami,e uno si dimentica dell'incidente mortale in cui sta morendo.
E scambia per stelle i pezzettini di vetro del cielo in frantumi illuminati dalla luna.

Dove sono i pagliacci coi nasi rossi a pallina a farmi ridere di smorfie?
Dove sono i coriandoli dei pensierini leggeri che sporcavano di felicità i giorni di febbraio?
Dove l'abbraccio calso della mamma?
Dove l'odore pulilto delle lenzuola?
E l'ammoniaca alla mandorla del negozio della parrucchiera?

Basta,sto diventando nostalgico a 36 anni,che schifo.
Mi fa male un dito,sono andato in farmacia,e quella stronza m'ha detto,"Mi dispiace signore,lei ha il dito a scatto,e non rida perchè è una patologia,viene con l'età,si deve operare prima che il dito si blocchi per sempre.
Forse non sono più un bambino.
E per questo la gioia non riesce più a prendermi in braccio.

Forse devo io mettermi l naso da pagliaccio e far ridere?
Forse devo mettermi le lenzuola dei pensieri e profumarli?
Ma mi fa male il dito.
Forse sono già troppo vecchio e malandato per far ridere qualcuno.
O forse devo mettermi a fare i giochini di magia,con le gambe e le braccia spezzate dei poveracci segati in due dalla crisi,e raccontare barzellette di morte ai moribondi,e ululare sguaiato alla luna.
O forse,dovrei metter al mondo un figlio.
Ma come si fa?

Con quale coraggio far partorire unq donna incastrata dentro un incidente mortale?
Il bambino uscendo fuori rischierebbe di tagliarsi la testa contro il guard-rail infilzato fra i sedili.
E se è vero che ogni bambino vede se stesso nel sorriso della prpria mamma,che sorriso vedrebbe quel poveraccio,nato da una madre col cranio spaccato e la faccia tempestata di squarci?

Forse devo inventare un nuovo mondo,un mondo con uomini senza dita,che non gli si blocchino.
Forse devo inventare dentro di me una nuova infanzia,e proteggerla dal tempo e dalla cattiveria degli uomini.
Forse devo diventare scemo e sorridere alle campane della chiesa.
Forse devo impazzire d'amore e regalarmi a chiunque.
Forse devo andare a pisciare.
Forse non devo pisciare più,e scoppiare nella fogna dei miei rifiuti.
Forse tra pochi minuti gli alieni invaderanno la terra e sarà tutto finito.

Mi scusi,signore?
Una vocina stridula mi chiama.
Abbasso lo sguardo e un bambino mi sorride.
Sto per rispondere istintivamente al sorriso anche io,ma mi blocco.
Tu sei il demonio,penso,venuto a distogliermi dalla mia lucidità di pensiero.
Signore....insiste il bambino sorridendo,mi allaccia la scarpa?
I muscoli della mia faccia adesso stanno per cedere,è davvero simpatico questo bambino.

Mi piego e invece che allacciargli la scarpa gliela tolgo.
Ma che fa? mi chiede allarmata la sua mamma.
Ma appena il figlio appoggia il piede sul prato,il sorrisino bello che aveva,diventa celestiale.
Con un guizzo, il bambino si toglie anche l'altra scarpetta e comincia a correre per il parco.
A stare sempre con le scarpe ci si dimentica del mondo,penso.

Attento alla cacca,non faccio in tempo a urlare,che il bambino ha posato un piede sullo stronzo di un cane.
Un attimo di panico ed ecco che tutti scoppiamo a ridere.
La mamma,io.....e il cane zoppo con la faccia squarciata.
Forse quella era roba sua.......

F I N E