L'hanno definita la partita del secolo perchè ha donato tutto quanto un tifoso di questo sport possa desiderare, emozioni, gol, capovolgimenti di fronte e suspence.
Ricordo che quella sera eravamo tutti a casa mia e per tutti intendo una famiglia piuttosto numerosa considerato che siamo quattro sorelle, due delle quali erano già sposate e un mese prima era nato il mio primo nipotino maschio, figlio della mia sorella maggiore.
Il piccino dormiva nella sua carrozzina a pochi passi da noi. Le urla di gioia ad ogni gol della nostra squadra lo facevano sobbalzare come una palla.
Credo che in quell'occasione gli abbiamo lasciato un marchio indelebile: adora il calcio, è tifoso juventino come i suoi genitori, ma è accanito in maniera esagerata, urla e sbraita con tutti, arbitri, giocatori avversari, insomma un retaggio di quella serata in cui abbiamo vissuto quella che, in fondo, per noi italiani è stata la vera finale. Con il Brasile infatti non c'è stata storia, anche se per un pò ci abbiamo sperato.
Con il senno di poi dobbiamo essere grati a Schnellinger per le emozioni che il suo gol ci ha regalato, ancora adesso riguardando i gol, riprovo le stesse emozioni, allora c'era anche la paura di non farcela, li vedevo stanchi, ma non domati, ma mi chiedevo come avrebbero ancora potuto riuscire a correre e ad ogni gol dei tedeschi mi demoralizzavo per poi esaltarmi quando la nostra squadra mostrava di non voler cedere a nessun costo.
Non dimenticherò mai quella partita anche se in chat non mi sono ricordata il nome di Schnellinger.
"Il silenzio, la possibilità di infinite risposte"
"Juventini si nasce non si diventa"