00 04/05/2011 14:10
Il medico mi si avvicinò, mi toccò il braccio: “Non potrei interrompere l’esperienza” , disse, “è proibito. Ma per voi… Gli farò una puntura. Non soffrirà”.

Io presi la mano del medico fra le mie mani, e dissi, mentre le lacrime mi rigavano il viso: “Giuratemi che non soffrirà”.

“Si addormenterà per sempre”, disse il medico, “vorrei che la mia morte fosse dolce come la sua”.

Io dissi: “Chiuderò gli occhi. Non voglio vederlo soffrire. Ma fate presto, fate presto!”.

“Un attimo solo” disse il medico, e si allontanò senza rumore, scivolando sul molle tappeto di linoleum. Andò in fondo alla stanza, aprì un armadio.

Io rimasi in piedi davanti a Febo, tremavo orribilmente, le lacrime mi solcavano il viso. Febo mi guardava fisso, e non il più lieve gemito usciva dalla sua bocca, mi guardava fisso con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Anche gli altri cani, distesi sul dorso nelle loro culle, mi guardavano fisso, tutti avevano negli occhi una dolcezza meravigliosa, e non il più lieve gemito usciva delle loro bocche.

A un tratto un grido di spavento mi ruppe il petto: “Perchè questo silenzio?”, gridai, “che è questo silenzio?”.

Era un silenzio orribile. Un silenzio immenso, gelido, morto, un silenzio di neve.

Il medico mi si avvicinò con una siringa in mano: “Prima di operarli”, disse, “gli tagliamo le corde vocali”.



Potrebbero non essere cani, ma scimmie con elettrodi direttamente sul cervello, oppure gli orsi della luna, oppure gli animali nei macelli o i conigli su cui testare i cosmetici. Potrebbero essere i topi o le mucche, le mucche clonate in Cina che produrranno latte umano.

Ho pensato a questo brano di Curzio Malaparte, tratto dal libro La pelle, mentre leggevo della campagna della LAV che finiva il 10 aprile. La LAV chiedeva una firma per convincere i parlamentari europei a non prolungare oltre la sofferenza di animali su cui vengono testati i cosmetici. Nel 2013 tali pratiche dovrebbero diventare fuorilegge, ma gli interessi economici e lo sprezzo per la vita inducono le grandi industrie a chiedere una dilazione, che comporterà altre enormi, inutili sofferenze.

Io non sono ancora vegetariana, ci provo, e sento che sarò migliore quando non mi ciberò più di vita assassinata. Non sono in grado dunque di fare un appello perché tutti si diventi vegetariani, ma almeno mi sento di dire che due cose si possono fare:comprare abiti, scarpe, borse ecc. che non utilizzino nulla di animale; ormai ci sono molti negozi che vendono, anche online, prodotti che non abbiano comportato sofferenza animale ;
stare attenti ai cosmetici, cercare la scritta che dica che non sono testati su animali.
Potranno anche dilazionare le date, ma se dal basso chi compra decide di non acquistare più allora scavalca la legge e libera gli animali. Speriamo che questo accada addirittura prima del 2013.

Sono sicura che anche la nostra bellezza ne guadagnerà!
http://gaianews.it/editoriale/vivisezione/id=9371