00 04/05/2011 20:26
Ho studiato per qualche anno biologia, ed almeno dove stavo io la vivisezione si praticava ma lo si faceva con un minimo di rispetto per quelle povere vite. Le ragioni in realtà non erano filosofiche o umanitarie. Era solo una questione di soldi. Siccome le cavie costano, allora si programmavano gli esperimenti in modo che ogni cavia sacrificata venisse "sfruttata" al massimo. Il fegato in un dipartimento, il cervello nell'altro, i muscoli in un altro ancora...
Non si praticava l'anestesia, è vero. Però il tecnico che ci fece vedere cosa fare ci disse "vi diranno di tagliare direttamente la testa con le forbici. Ma se avete un cuore, prima almeno dategli una botta in testa così perdono conoscenza". E fu l'unica cosa che sentii dire che prendesse in considerazione quelle povere bestioline.
La cosa che però mi fece convincere che quel mestiere non era per me fu un suono. Quando ci si avvicinava alla stanza dove si facevano i sacrifici si sentivano le cavie che strillavano di spavento. Ma non erano quelle scelte per essere uccise. Erano le altre....la stanza infatti era fatta in modo che gli animali assistessero all'uccisione dei loro compagni.

Quello che mi intristisce sul serio è che è solo una questione di soldi. Se ce ne fossero abbastanza si potrebbero fare gli stessi esperimenti usando le colture cellulari...ma costano venti volte di più di uno di quei topolini.