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Sentire l'aria

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2011 00:46
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02/01/2011 22:14
 
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Ho letto poco fa questa storia, vera, su un quotidiano, e mi ha molto colpito. Fra noi c'è tanta gente che ama la natura e gli animali, e mi è venuto spontaneo condividerla. La scelta di Andrea, radicale, certo, ha però un suo fascino, che penso apprezzerete anche voi.

Tratto da "La Stampa"
02/01/2011 22:15
 
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Andrea non si è perso. Ma per non perdersi ha rinunciato a tutto quello che era previsto per lui: l’università, gli amici con le moto, «il bianchino» al bar, le notti in discoteca, le vacanze, una vita borghese. Ha rinunciato ai sogni preconfezionati e alla velocità del suo tempo. Andrea Maffeo, 18 anni, figlio di un chirurgo e di un’insegnante di Biella, da due anni ha scelto di fare il pastore: «Mi piacciono le bestie, stare all’aria, prendermi cura di loro. Andare a cercare sempre nuovi prati per portarle a pascolare, anche se non è facile.
02/01/2011 22:18
 
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Ma quando finisce la giornata e vedo che le mie pecore hanno la pancia piena, sono felice anche io». Perché la felicità può essere davvero un’idea semplice. Pastore ramingo. La sua transumanza oggi lo porta a Candelo, un piccolo paese ai piedi delle montagne, a settanta chilometri dal confine svizzero. E fa uno strano effetto arrivare alle bestie passando lungo stradoni costruiti per fare spazio a ipermercati, parcheggi e rotonde. Questa è la terra del filati di pregio. La lana di Andrea invece è spessa e ruvida, e il suo piccolo marchio si chiama «Crusch Gacc»: «In dialetto biellese significa pastore buono, pastore serio. Che non lascia mai le pecore, neanche di notte».


02/01/2011 22:21
 
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D’inverno dorme dentro una vecchia roulotte con una stufetta, niente televisione: «Guardo il telegiornale quando torno a casa dai genitori. Magari sto anche mezz’ora davanti al computer. Facebook mi piace, ma posso farne a meno». Andrea a scuola era un disastro. «A parte i voti, sentivo che non poteva essere la mia vita. Ero sempre stanco, insofferente. Il banco mi sembrava una prigione. Non era per me. Quando mio nonno mi portava in montagna, invece, stavo molto meglio. Lui mi diceva: "La senti l’aria?". Io la sentivo. Ho capito così quello che volevo fare».



[Modificato da (SissiM) 02/01/2011 22:25]
02/01/2011 22:34
 
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I primi ad accorgersi di Andrea, della sua storia piccola e grande, sono stati Manuele Cecconello, Claudio Pidello e Andrea Taglier. L’hanno seguito per un anno con telecamere e macchine fotografiche. Con pochi mezzi hanno girato un documentario poetico, pieno di silenzi e attese, stagioni che cambiano lentamente, com’è la vita di Andrea. Si chiama proprio «Sentire l’aria». Un successo per ora confinato al biellese. Ma il primo vero sponsor del pastore Andrea, a guardare bene le cose, è stato suo padre.

02/01/2011 22:36
 
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«Facevo il secondo anno di Agraria. Alla fine della scuola, gli ho detto che volevo cercare qualcuno che mi insegnasse a fare questo mestiere. Lui mi ha detto di provare. Sono andato in montagna con un vecchio pastore che si chiama Nicola Pelle. Non è che parlasse molto, ma il mestiere si ruba, non si insegna». Al ritorno Andrea aveva deciso: «Ci sono state discussioni in famiglia, come è normale. Mio padre mi ha chiesto tante volte se fossi sicuro. Alla fine mi ha detto: “A noi va bene, se tu sei felice". Sono andato con lui a comprare le prime pecore».

02/01/2011 22:37
 
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Oggi Andrea ha 300 capi, insufficienti per vivere, ma abbastanza per sperare un giorno di farcela: «Devo arrivare a 500, avere più contributi, produrre più lana. Riuscire presto a pagarmi le spese: il fieno, il granturco, la tosa». Una giornata al pascolo può fare bene. Lunghe ore di attesa da un prato all’altro. Nessun rumore, a parte le pecore che brucano e belano, mentre il cane Birbàn controlla che ci siano tutte. Andrea sta seduto appoggiato a un bastone: «È bello vedere come cambiano le giornate - dice - ognuna è diversa». Cosa ti manca di più della tua vita di prima? «Il tempo libero. Non dico le vacanze, ma mezza giornata per andare con gli amici, magari. Però le pecore non aspettano». Ci tiene ad essere un «Crusch Gacc»: «Non so se potrò farmi una famiglia. Per stare insieme in questa vita bisogna fare tante rinunce».

02/01/2011 22:39
 
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Il padre di Andrea si chiama Michele Maffeo, da sette anni si occupa di cure palliative per malati terminali di cancro: «Certo, le ambizioni di ogni genitore sono diverse. Non dico che speravo che facesse il chirurgo, ma magari un lavoro in cui si realizzasse di più. Però Andrea a scuola soffriva troppo. E mi è venuto in mente che Mario Rigoni Stern aveva la terza media. Non so se in futuro ci rinfaccerà di non aver insistito di più per farlo studiare. Ma so che un uomo può trovare la sua morale in mezzo ai boschi come nel centro di Torino. Intanto gli stiamo con il fiato sul collo. La cosa più importante è che Andrea impari il rispetto».

02/01/2011 22:41
 
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Il rispetto è nel silenzio. Nelle carezze per Birbàn. Nei fischi che richiamano il gregge verso il recinto, quando il pomeriggio diventa freddo e buio. In giro che cosa dicono di te? Andrea sorride ancora: «I commenti sono vari. Molto mi criticano, dicono: “Ma cosa ci fa il figlio del dottore dietro alle pecore?”». Cerca un senso come tutti, il suo.

02/01/2011 22:42
 
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E se vi è venuta la curiosità si conoscerlo meglio, eccolo qui, Andrea, su you tube!

02/01/2011 22:54
 
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Brutto mestiere quello del pastore...deve vivere sul sangue di agnelli innocenti....
Con la lana non si guadagna un bel niente....nessuno la vuole più, così mi ha detto qualche mese fa' un ragazzo pastore, lui per smaltirla nei rifiuti deve addirittura pagare.....
e noi non siamo tanto lontani da Biella...non credo che là sia diverso...
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10/01/2011 00:30
 
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Scelta difficile, per un ragazzo giovanissimo che non ama i luoghi chiusi e "vuole sentire l'aria".

Mi è piaciuto tantissimo ascoltarlo, è molto giovane, potrà forse cambiare idea, ma il fatto che parli anche di un futuro con una famiglia e che sappia bene quanto potrà essere difficile, denota che ci ha pensato ma che per il momento gli sta bene così e che una donna dovrà sapere a cosa va incontro con lui.

Spero che questo suo desiderio resista alle insidie del tempo e delle difficoltà che incontrerà. [SM=g2299792]



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"Il silenzio, la possibilità di infinite risposte"
"Juventini si nasce non si diventa"











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10/01/2011 01:03
 
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già,mi sembra una cosa molto romantica ma poco attuabile. oramai la lana non si usa più e come dice celeste i pastori vivono sul commercio di agnelli. una volta ho visto un servizio su una ragazza che pascola le pecore sulle aiuole di alcune città:è un nuovo modo molto bio per rasare i prati delle aiuole e dei parchi cittadini,ma devi essere autorizzato e pagato dal comune. lei aveva imparato in un istituto apposta,non ricordo se tedesco o svizzero,dove insegnano a pascolare e allevare pecore e a usare i cani per la guardia.
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10/01/2011 17:45
 
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Gran bel mestiere fare il pastore,non c'è momento più intimo di condivisione ed appartenenza alla natura di quando sei al pascolo con il gregge ed il cane,infatti difficilmente si và al pascolo in coppia anche quando si potrebbe.
Allevavo capre e pecore come decespugliatori e regolamentatori naturali del sottobosco,il momento della tosatura fatta da me ancora a forbice visto il ridotto numero di capi era una sorta di lotta greco-romana dove di volta in volta coinvolgevo qualcuna delle mie figlie nell'esperienza.
Ora la lana di scarso pregio viene impiegata dopo opportuni trattamenti nelle coibentazioni di abitazioni ecocompatibili ed ha un suo mercato seppur al momento di nicchia ma in espansione.
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10/01/2011 18:56
 
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Forse sarò una sognatrice, forse detto da me che sono una che imbratta le carte può risultare anacronisctico, ma mi sto convincendo sempre di più che è ora di fare un passo indietro.

Durante la guerra, mi racconta mia madre, chi abitava in città ha sofferto la fame molto di più di chi viveva in campagna.

A volte quando penso al futuro, mi rendo conto che la crisi economica, per noi che non produciamo niente, mette più paura di chi può attingere ad un orticello.

Credo che dipenda tutto da ciò che si desidera nella vita, se si cercano cose semplici allora si può decidere di fare quel passo indietro e riscoprire una vita diversa, se invece si aspira ad altro è logico che un lavoro di questo tipo ti limita.

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10/01/2011 19:26
 
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Re:
merinze, 10/01/2011 18.56:

Forse sarò una sognatrice, forse detto da me che sono una che imbratta le carte può risultare anacronisctico, ma mi sto convincendo sempre di più che è ora di fare un passo indietro.

Durante la guerra, mi racconta mia madre, chi abitava in città ha sofferto la fame molto di più di chi viveva in campagna.

A volte quando penso al futuro, mi rendo conto che la crisi economica, per noi che non produciamo niente, mette più paura di chi può attingere ad un orticello.

Credo che dipenda tutto da ciò che si desidera nella vita, se si cercano cose semplici allora si può decidere di fare quel passo indietro e riscoprire una vita diversa, se invece si aspira ad altro è logico che un lavoro di questo tipo ti limita.




Questo mi ricorda il libro che ho letto a Natale,e che consiglio a molti:

La fine del mondo storto - Corona Mauro - Mondadori

dove l'autore immagina il giorno ,a ridosso dell'avvicinarsi di un inverno,in cui nel mondo finisce ogni tipo di energia......Una mattina,niente piu petrolio...benzina,energia elettrica,niente riscaldamento....etc etc.....
[Modificato da miguelsonsempermi 10/01/2011 19:29]
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10/01/2011 23:34
 
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già...mauro corona...quello che sta 5 giorni nel bosco e due in tv e scrive libri come va al bagno.
l'orto di guerra si faceva anche sul balcone,che se ce l'avevi un pò nascosto ci mettevi anche due galline per le uova ma attento a non farti sgamare.
ora la campagna è bella e da tanti frutti. peccato che le falde acquifere siano inquinate,che per farti un pozzo è meglio se te lo fai clandestino che se ti beccano son guai,che c'è così tanto inquinamento pure sull'everest che non sai più dove andarti a nascondere.che manco alla sorgente l'acqua è potabile.

dove scappi??

allora facciamo un gioco,che io quando son depressa faccio sempre: SE AVESSI TANTI MILIONI DI EURO CHE FAREI

vabbè non troppi da non fare un tubo per il resto della vita ma parecchi da poter investire,diciamo da poter vivere benissimo senza lavorare. dove sceglierei di vivere?
casa grande con tanta terra? si,ma DOVE???
che poi io amo il mare e tanta terra vicino al mare non c'è,oramai che trovi,è tutto cemento!

tempo fa avevo letto che basterebbe 1 ha di terreno per il sostentamento di una famiglia di 12 persone:
una fattoria modello in solo 1 ettaro,energeticamente autonoma. orti coltivati senza chimica,seguendo le consociazioni e..la natura("la natura è caos creativo,per questo non bisogna costringerla in filari ordinati,ma lasciarla fare"). fanno scambio di semi con il resto del mondo:invece che congelarli,li seccano con palline di silicio
unica perplessità:non hanno fogne. gli escrementi li fanno seccare con segatura.( e i colibatteri??)
case bio terra bio.....ma dove la trovi?
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11/01/2011 13:07
 
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Re:
velenissima65, 10/01/2011 23.34:

già...mauro corona...quello che sta 5 giorni nel bosco e due in tv e scrive libri come va al bagno.
l'orto di guerra si faceva anche sul balcone,che se ce l'avevi un pò nascosto ci mettevi anche due galline per le uova ma attento a non farti sgamare.
ora la campagna è bella e da tanti frutti. peccato che le falde acquifere siano inquinate,che per farti un pozzo è meglio se te lo fai clandestino che se ti beccano son guai,che c'è così tanto inquinamento pure sull'everest che non sai più dove andarti a nascondere.che manco alla sorgente l'acqua è potabile.

dove scappi??

allora facciamo un gioco,che io quando son depressa faccio sempre: SE AVESSI TANTI MILIONI DI EURO CHE FAREI

vabbè non troppi da non fare un tubo per il resto della vita ma parecchi da poter investire,diciamo da poter vivere benissimo senza lavorare. dove sceglierei di vivere?
casa grande con tanta terra? si,ma DOVE???
che poi io amo il mare e tanta terra vicino al mare non c'è,oramai che trovi,è tutto cemento!

tempo fa avevo letto che basterebbe 1 ha di terreno per il sostentamento di una famiglia di 12 persone:
una fattoria modello in solo 1 ettaro,energeticamente autonoma. orti coltivati senza chimica,seguendo le consociazioni e..la natura("la natura è caos creativo,per questo non bisogna costringerla in filari ordinati,ma lasciarla fare"). fanno scambio di semi con il resto del mondo:invece che congelarli,li seccano con palline di silicio
unica perplessità:non hanno fogne. gli escrementi li fanno seccare con segatura.( e i colibatteri??)
case bio terra bio.....ma dove la trovi?




Tutto bene? [SM=g2299785]
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12/01/2011 00:46
 
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