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Ne hai fatti di casini.....

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2011 08:44
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19/08/2011 20:53
 
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Certo che ne hai fatti di casini in vita tua
A cominciare dalla famiglia in cui sei nato. Ho cercato tante volte di farmelo spiegare che era il vedovo che aveva sposato chi; e i figli di chi erano. Prime nozze, secondo letto … un casino. So che grazie a te i miei cugini avevano nonne che non erano nonne e zii che erano un po’ meno zii, ma che quando ci vedevano arrivare al gabbiotto dei gelati, sfoderavano in contemporanea sorrisi e ghiaccioli.

Sarà stata una famiglia sui generis la tua, zio, ma una cosa te l’ha insegnata, ed è che non è necessario avere lo stesso sangue per volersi bene. E che i sorrisi aprono tutte le porte. Due lezioni che tu, come fanno gli studenti “copioni” a scuola, hai passato a tutti!
19/08/2011 20:54
 
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Uno dei casini meglio riusciti è stato quello che hai combinato quando ti sei innamorato, diciannovenne, di una bellissima quattordicenne appena sbocciata. Solo che lei era la figlia di un costruttore, e tu uno spiantato scansafatiche, o almeno così ti descrivevano. Mai e poi mai ti avrebbero permesso di sposarla. Ma quella Giuseppina li, coi suoi lunghi capelli neri e gli occhi scuri e profondi , era quella giusta. Tu lo avevi capito, ed hai fatto di tutto per amoreggiare con lei, anche se avevate tutti contro. Tutti tranne la sorella minore, che ufficialmente usciva con lei per sorvegliarla, ma che poi, con un tuo sorriso ed un gelatino vi lasciava soli. Mi ricordo quando lo raccontavi. Lo sguardo di chi sa che sta violando le regole, e che lo fa con la consapevolezza che non potrebbe essere felice accettandole. Ed avevi ragione. Perché Giuseppina poi l’hai sposata, ci hai fatto quattro figli, e vi siete stati vicini più di sessant’anni. Perché l’amore e le regole non fanno quasi mai la stessa strada. Altra cosa che ho imparato da te
19/08/2011 20:55
 
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I casini peggiori li hai fatti sul lavoro. Anzi, sui lavori, perché ne hai fatti tanti. Mi ricordo di quando per un pelo non ne perdesti uno per una vincita al lotto. Eri sposato da poco. Ti passò davanti una bella donna a bordo di una spider, e tu annotasti la targa e te la giocasti … e vincesti … solo che il giorno dopo non ti presentasti al lavoro, sicuro di aver svoltato economicamente. In realtà non era così. Con quel colpo di fortuna ci pagasti i mobili. Ma dovesti scusarti con titolare ed implorare di non essere licenziato.

E poi riuscirono a farti assumere alla Fiat. Sembrava che tu avessi risolto tutti i tuoi problemi. I tuoi figli andavano alle colonie e ricevevano i regali della befana dall’azienda. E tu cambiavi spesso macchina, prediligendo quelle sportive. Mollasti pure quel posto però. E ti improvvisasti costruttore assieme a tuo suocero. Lui sapeva il fatto suo. Tu no. Ed infatti non è andata bene. Anche in questo caso mi hai insegnato qualcosa. Ed è che non bisogna accontentarsi, ma mettersi in gioco. I rischi vanno affrontati sempre; ed anche se perdi ne sarà valsa la pena. Al limite ti troverai nei casini … ma tu ci sguazzavi!
[Modificato da (SissiM) 19/08/2011 20:55]
19/08/2011 20:56
 
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Qualcuno dei tuoi casini lo scontiamo ancora oggi. Ci pensavo stamattina, quando mi hanno detto, con colpevole ritardo, che non c’eri più. Dopo morti, si sa, si diventa tutti buoni e santi. Nel tuo caso, almeno per certe cose non era possibile. Io per esempio non riesco a dimenticare che per colpa di un tuo mezzo imbroglio sono stata a lungo ai ferri corti con tua figlia, quella della mia età, quella con cui sono cresciuta, e con cui ho condiviso l’adolescenza. Poi, per colpa di una stanza che tu hai “trafugato” durante un atto notarile non troppo corretto, abbiamo finito per litigare e non parlarci per tanto tempo. Cose che capitano nella vita. Se mi metto nei tuoi panni però ti capisco. Non è stato facile assicurare la sicurezza economica ad una famiglia grande come la tua. Tanto più per te che col lavoro hai sempre avuto un rapporto altalenante. Sgomitavi? Certo. Se era quello che serviva ai tuoi lo avresti fatto anche mille volte. Non era corretto. Ha creato tante tensioni. Ma non riesco a darti torto. Solo che in questo caso la lezione la applico al contrario. E le persone per me conteranno sempre più di una proprietà immobiliare. Fosse pure la reggia di Versailles, per me non vale nulla se la confronto ad un abbraccio con tua figlia. Anche quello, doloroso, che ci siamo scambiate questo pomeriggio

19/08/2011 20:57
 
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Qualche casino te l’ho combinato anche io. Ma spero che tu li abbia apprezzati
Me ne ricordo due in particolare: i più recenti. Quello con il tuo vecchio vicino di casa e caporeparto alla Fiat, che ti ha sempre voluto un mare di bene. Quello che sta alla Pro Loco, ed ogni volta che mi vede passare mi chiama dottoressa, e che tante volte mi ha chiesto come stavi. L’anno scorso, col Parkinson che ti stava devastando, e che ti aveva costretto a stare su una sedia a rotelle, proprio tu che non stavi fermo mai, sei venuto sotto casa mia a guardare la processione della festa patronale. Ed io, passando dalla Pro Loco ho detto al tuo vecchio amico che eri là. So che avete pianto, e per un uomo questo è molto doloroso. Però pensavo che poteva essere l’ultima volta che vi vedevate, e che anche su una sedia a rotelle un amico resta un amico.
E poi, a fine maggio, quando sono passata inaspettatamente, la sera in cui abbiamo festeggiato la prima comunione di pezzettino e vi abbiamo portato la torta. Non ci si presenta a casa di una persona malata la sera così tardi. Però pensavo che un momento di festa come quello tu dovevi dividerlo con noi, anche se solo per una briciolina. Mi ha intenerito il modo in cui guardavi il mio bambino. Era tanto che non lo vedevi. Ed alla sua età si cresce in fretta. E’ stata l’ultima volta che vi siete incontrati … e sono contenta che sia stato in un momento di gioia.
Ecco, questa è un’altra cosa che ho imparato da te. Se ricevi un sorriso, devi anche restituirlo. Possibilmente con gli interessi
19/08/2011 20:58
 
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E per non smentirti, hai combinato un casino anche oggi.

Solo tu potevi decidere di morire nel periodo della festa patronale, con tutte le chiese chiuse. C’era posto solo dai frati, in periferia, una chiesetta piccola ed accogliente … troppo piccola però per te. Ce ne stavamo accalcati, li a pregare sulla tua bara. E se uno muore anziano e negli ultimi anni quasi non usciva più, ma la chiesa è piena come un uovo qualcosa significa. Se in tanti sentono il bisogno di abbracciarsi forte e di piangere sulle spalle l’uno dell’altro, qualcosa significa. Se dopo che la bara è stata portata via nessuno vuol uscire dalla chiesa, e tutti si guardano smarriti, come se si rendessero conto solo allora che non ci sei più, qualcosa significa
Azzardo una risposta. Significa forse che nel bene e nel male hai amato tanto, e sei stato riamato. Un casino!

Ciao Zio Paolo! Non fare troppi casini in paradiso!
19/08/2011 21:06
 
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E questa per te. Ricordo che ti piaceva tanto
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Post: 388
Sesso: Maschile
22/08/2011 23:18
 
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Bella storia. Son sempre belle le storie della vita di qualcuno, ciascuna unica e inimitabile, sconosciute a chi non ne ha fatto parte, fino a che non vengono ricordate da chi c'era e ce ne rende partecipi [SM=x2268448]




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23/08/2011 08:44
 
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Sentivo il dovere di raccontarvi chi era la persona che avevo perso, visto che in tanti mi avevate espresso affetto ed attenzioni
Grazie per aver apprezzato, Marco!
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