la coscienza di Zeno

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Nicuzz
00domenica 18 aprile 2010 11:58
lo avete letto?
"Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un pò più ammalato, ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e malattie".
elisabettastella
00lunedì 19 aprile 2010 20:00
letto e riletto e conservato con cura
brava Nicuzz
rigadina
00sabato 1 maggio 2010 18:21
Purtroppo mai letto, ma mi riprometto di farlo appena avrò finito gli altri due che sto leggendo! [SM=g7474]
elisabettastella
00domenica 2 maggio 2010 21:54
Franca è un capolavoro
rigadina
00sabato 8 maggio 2010 11:25
Allora non mancherò di leggerlo Elis. Grazie.
francesca-12
00mercoledì 12 maggio 2010 21:26
Io l'ho letto per l'esame di maturità, portandolo anche come argomento della mia tesina intitolata " il male di vivere nella narrativa del Decadentismo".. un libro che forse a 19 anni non avevo ancora compreso, ma credo che ora sia abbastanza chiaro e che si addice appieno alla società odierna, alle persone che spesso si lasciano travolgere dagli avvenimenti come una barca in mezzo alla tempesta.. invece bisognerebbe sempre essere gli artefici del proprio destino, come attori e non come spettatori.
Klaudigna
00venerdì 14 maggio 2010 17:34
Mai letto, però per i commenti che avete lasciato mi sa che proverò a leggerlo!!
=)
(SissiM)
00sabato 15 maggio 2010 21:44
Dal cpitolo "Il fumo"
Ma allora io non sapevo se amavo o odiavo la sigaretta e il suo sapore e lo stato in cui la nicotina mi metteva. Quando seppi di odiare tutto ciò fu peggio. E lo seppi a vent'anni circa. Allora soffersi per qualche settimana di un violento male di gola accompagnato da febbre. Il dottore prescrisse il letto e l'assoluta astensione dal fumo. Ricordo questa parola assoluta! Mi ferí e la febbre la colorí: Un vuoto grande e niente per resistere all'enorme pressione che subito si produce attorno ad un vuoto.

Quando il dottore mi lasciò, mio padre (mia madre era morta da molti anni) con tanto di sigaro in bocca restò ancora per qualche tempo a farmi compagnia. Andandosene, dopo di aver passata dolcemente la sua mano sulla mia fronte scottante, mi disse:

- Non fumare, veh!

Mi colse un'inquietudine enorme. Pensai: “Giacché mi fa male non fumerò mai piú, ma prima voglio farlo per l'ultima volta”. Accesi una sigaretta e mi sentii subito liberato dall'inquietudine ad onta che la febbre forse aumentasse e che ad ogni tirata sentissi alle tonsille un bruciore come se fossero state toccate da un tizzone ardente. Finii tutta la sigaretta con l'accuratezza con cui si compie un voto. E, sempre soffrendo orribilmente, ne fumai molte altre durante la malattia. Mio padre andava e veniva col suo sigaro in bocca dicendomi:

- Bravo! Ancora qualche giorno di astensione dal fumo e sei guarito!

Bastava questa frase per farmi desiderare ch'egli se ne andasse presto, presto, per permettermi di correre alla mia sigaretta. Fingevo anche di dormire per indurlo ad allontanarsi prima. Quella malattia mi procurò il secondo dei miei disturbi: lo sforzo di liberarmi dal primo. Le mie giornate finirono coll'essere piene di sigarette e di propositi di non fumare piú e, per dire subito tutto, di tempo in tempo sono ancora tali. La ridda delle ultime sigarette, formatasi a vent'anni, si muove tuttavia. Meno violento è il proposito e la mia debolezza trova nel mio vecchio animo maggior indulgenza. Da vecchi si sorride della vita e di ogni suo contenuto. Posso anzi dire, che da qualche tempo io fumo molte sigarette... che non sono le ultime.
(SissiM)
00sabato 15 maggio 2010 21:46
Adesso che son qui, ad analizzarmi, sono colto da un dubbio: che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l'uomo ideale e forte che m'aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente. Io avanzo tale ipotesi per spiegare la mia debolezza giovanile, ma senza una decisa convinzione. Adesso che sono vecchio e che nessuno esige qualche cosa da me, passo tuttavia da sigaretta a proposito, e da proposito a sigaretta. Che cosa significano oggi quei propositi? Come quell'igienista vecchio, descritto dal Goldoni, vorrei morire sano dopo di esser vissuto malato tutta la vita?
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