00 10/06/2010 16:43
L'arte della malattia
Esistono artisti che dipingono ciò che vedono, altri che dipingono ciò che ricordano o ciò che immaginano. Il nostro cervello si modifica di fronte alla realtà ma, allo stesso tempo, è capace di cambiarla: un cervello "diverso" dovrà pertanto avere un rapporto diverso con la realtà.
Nell' arte questo "processo" può portare alla creazione di nuove realtà, che solo in parte dipenderanno dall' "informazione sensoriale"; il nostro cervello, infatti, non ha necessariamente bisogno del continuo "flusso informativo" proveniente dai nostri sensi. I sogni, i ricordi che "rivivono" nelle immagini mentali e anche, rappresentazioni "semplicemente" create dalla nostra mente testimoniano questo evento.
In questo senso l'arte amplifica la realtà, crea un nuovo "canale mentale" in grado di aprirsi a nuove esperienze. Gli stimoli visivi, reali o evocati dalla memoria, che hanno eccitano il sistema nervoso dell'artista al momento della creazione dell'opera d'arte, trasformati dalla sua mano in colori e forme, stimoleranno il sistema nervoso di chi l'osserva. L'opera d'arte deve riuscire a suscitare nel cervello dell'osservatore sensazioni ed emozioni che sono state presenti nel cervello dell'artista [Maffei L., Fiorentini A., 1995]. Accostarsi ad un opera d'arte, guardarla, percepirla, comprenderla e apprezzarla, implica il coinvolgimento di molte strutture cerebrali e l'attivazione di meccanismi ben specifici, a partire dai funzionamenti alla base della percezione visiva, a quelli implicati nella cosiddetta "psicologia del vedere", nell'esperienza estetica ed emozionale. Questo si riferisce non solo all'emozione provata da chi gusta un dipinto ma anche al momento creativo che coinvolge l'artista per realizzare la sua opera.


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