Le risposte alle domande
Dopo il primo primo periodo di avvistamento esterno, ho iniziato ad avvicinarmi di tanto in tanto ai fan berlusconiani.
Ho iniziato anche a porre domande più politiche: "Siete iscritti a qualche partito? Perché siete qui? E' vero che vi pagano?". A queste mi hanno risposto sempre le stesse due o tre persone, che parlavano come un libro stampato: "Siamo liberi cittadini, che spontaneamente si sono mobilitati liberamente in difesa del premier". I due aggettivi - spontaneo e libero - venivano ripetuti continuamente dai pochissimi che accettavano di parlare.
Gli altri discorsi dei sostenitori erano sempre molto simili tra loro: "Berlusconi ha abbassato le tasse, i comunisti le hanno alzate. Prodi ci ha fatto entrare nell'euro (vista come una cosa negativa). Noi abbiamo vinto le elezioni e adesso devono sconfiggerci alle urne. Prima parlavano dell'amore libero, adesso fanno i bacchettoni".
Molti dicevano di essere assidui telespettatori de "L'ultima parola" di Gianluigi Paragone, e si organizzavano in gruppo anche per andare alla sua trasmissione. Nonché di essere fedeli di "Radio Londra" di Giuliano Ferrara. Pochissimi conoscevano la riforma della giustizia o di cosa trattasse il processo Mediatrade per il quale erano al gazebo. Quando è arrivato l'imitatore di Bruno Vespa di "Striscia la Notizia", sapevano invece benissimo chi fosse.
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