5-5-5
1. Per favore non parliamo di sfortuna. Il fato può decidere qualche episodio, non un’intera gara contraddistinta da una miriade di situazioni tutte, rigorosamente, avverse ai colori bianconeri.
2. Rigore non dato, autogol, traversa interna, altri due legni e miracoli del portiere: è vero che il Cesena ha fatto tutto il possibile per vincerla, ma semplicemente non ci è riuscito. Perché il Cesena attuale è questo: fatica persino in casa con l’ultima in classifica.
3. Le colpe di Angelini sono limitate: la coperta è cortissima e con la rosa a disposizione si può fare poco di più, soprattutto al netto degli infortuni. I continui cambi, spesso forzati, hanno però creato molta confusione nei bianconeri che sembrano non saper giocare a memoria e, al contrario, subiscono spesso il gioco degli avversari.
4. Persino la Savignanese è venuta al Manuzzi ad imporre il proprio gioco, per non parlare del Campobasso ieri: si tratta del peggior segnale che potesse lanciare il Cesena in questo frangente, al di là del risultato.
5. Per chiudere il cerchio abbiamo un Matelica che non sbaglia un colpo e a cui tutto sembra andare sempre bene – compresa la clamorosa vittoria al 95’ proprio contro i bianconeri di Romagna – e una serie di decisioni arbitrali (gol del pari annullato contro la Recanatese, rigore non dato ieri, etc.) in linea con la mediocrità della serie D. Gira tutto male, è vero, ma 7 punti dal Matelica non si accumulano per sfortuna.
6. Il peccato originale di questa squadra è noto: aver accettato mezza rosa come “pacco” regalo del Martorano e aver costruito sul mercato solo l’altra metà. Ora che infortuni e squalifiche hanno falcidiato la mezza rosa forte – quella che aveva portato il Cesena a ridosso della prima posizione – si scopra che mancano drammaticamente le alternative.
7. La dicotomia Pelliccioni-Martini, ovvero nuovo Cesena contro Romagna Centro, è esemplificativa della situazione di tensione che si sta vivendo all’interno della stanza dei bottoni del Cesena FC, con il presidente Patrignani comunque deciso a far valere il proprio punto di vista (come avvenuto con successo per l’ingaggio di Agliardi).
8. Pelliccioni è un direttore sportivo espertissimo per la serie C ma la D era nuova un po’ per tutti, specie con le regole per gli under: dal blocco Romagna Centro, in teoria esperto di categoria, sono arrivate indicazioni errate soprattutto sul valore degli under, mentre i “nuovi” hanno costruito una rosa troppo al risparmio. Non deve sorprendere che il Matelica batta il Cesena anche nel costo di allestimento della rosa o che tante squadre offrano ai loro top-player ingaggi superiori a quelli dei bianconeri.
9. Non a caso l’area di riferimento Romagna Centro è già da tempo in trattativa con il Diegaro, altra compagine locale cesenate, per ripartire il prossimo anno con un progetto simile a quello del vecchio Martorano in Eccellenza, basato sui giovani e sulla loro valorizzazione. Troppo diverse le esigenze, e le ambizioni, di una piazza come Cesena da quelle della piccola realtà di quartiere.
10. L’imperativo ora è spendere, e bene, i soldi nel mercato di riparazione. La rincorsa al Matelica non può, e non deve, fermarsi, ma soprattutto c’è da costruire un gruppo dotato di identità propria, in grado anche eventualmente di disputare e vincere i play-off utili a determinare la graduatoria di ripescaggio in C. Perché poi la società in C potrebbe anche passare di mano ad un imprenditore non romagnolo, con una figura di riferimento (ancora Patrignani? O il futuro ex-sindaco Paolo Lucchi?) a fare da presidente e garante.
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